Translate

domenica 25 novembre 2018

SENSI di VIAGGIO XLIX: dell'imprevisto - buono o cattivo - di un viaggio

In questi giorni ho pensato molto al senso dei viaggi e non ho mai trovato una risposta, nonostante abbia fatto di questo proposito il nome della mia rubrica giordana. Sensi di viaggio, appunto.
Anche per questo ho sospeso la scrittura dei post, un po' malinconica, un po' adagiata nello scorrere del tempo, un po' beata nella routine della mia tranquillità giordana.
Quando ho letto di Silvia Romano ho avuto una reazione molto di pancia, un tumulto indescrivibile a metà tra empatia, coraggio e speranza.
Possono esserci milioni di motivi per viaggiare e noi giovani d'oggi, soprattutto se occidentali, abbiamo davvero le ali sotto i piedi: col paradiso del low-cost, con l'inglese come lingua franca, con i nostri passaporti potenti in mano, possiamo scegliere di andare veramente dovunque.
A volte facciamo scelte "main stream", andando in località turistiche "solo" per divertirci, rilassarci, vedere qualcosa di diverso.
A volte facciamo scelte più azzardate, più ricercate, più coraggiose. Decidiamo di uscire davvero, per mesi, dalla nostra comfort zone e immergerci completamente in una realtà altra.
Possono esserci milioni di motivi per viaggiare e ognuno ha dentro di sè il suo groviglio di emozioni, pensieri, frustrazioni, speranze per partire. C'è chi parte per studio, chi per lavoro. C'è chi parte per avventura, chi per fuga, chi per amore. C'è chi parte per un ideale, chi per un suo bisogno di cercare altrove qualcosa che non ha ancora trovato, chi per darsi la possibilità di stupirsi ancora. 
Ed è vero, nessuno ci obbliga a partire - sì, grazie, lo so, potevo stare a casa mia.
E allora ognuno parte, con i suoi sensi di viaggio, sicuro e determinato nelle sue ragioni. Poi approda in un'altra realtà e se è fortunato come lo sono stata io, dimentica tutto: dimentica aspettative, stereotipi, speranze, preoccupazioni e si lascia trascinare. Dimentica pure i sensi del suo viaggio, i sensi della sua partenza. Si lascia trascinare dalla magia del luogo, dai suoi abitanti, dai suoni, a volte troppo rumorosi per la nostra organizzata efficienza europea. Si lascia trascinare dal colore e dal calore delle persone, dall'energia che ti ricarica, dalle emozioni, dalle novità, dallo stupore. E ogni giorno, ogni incontro, ogni novità aggiunge un po' di "senso" a quel viaggio. Un senso insperato, imprevisto, incalcolato. Un senso che scardina tutte le nostre previsioni, tutte le nostre sicurezze, tutte le barriere mentali che ci facevano vedere solo un certo raggio di mondo, solo una fetta di possibilità.
E allora nel viaggiare c'è anche l'imprevisto e l'imprevedibile: c'è anche la possibilità che ti succeda qualcosa di brutto. E la colpa non sarà tua, che sei stata impavida, ingenua, naive. Non sarà tua che hai lasciato la sicurezza della tua casa, l'efficienza della tua nazione, la protezione della tua gendarmeria.
La colpa non è tua, che non hai saputo accontentarti di quello che avevi, che sei andata a cercare te stessa lontano. Non è tua, che ti sei messa in gioco, hai rischiato, hai amato l'imprevisto e l'incertezza.
Silvia Romano non ha nessuna colpa, è stata solo sfortunata. Tutti noi, tutti i giorni, a casa e in viaggio, attraversiamo decine di situazioni di potenziale pericolo. Situazioni in cui basterebbe fare un passo in più, dire una parola di troppo, arrivare in orario, in ritardo, in compagnia o da soli per incontrare qualche pericolo. E non importa quanto sei prudente, quanto sei misurata, quanto precisamente hai calcolato l'imprevisto. Se ti deve succedere, succederà.
Io credo nel destino, credo nella magia - bianca o nera - delle insperate possibilità.
E sono sicura che anche Silvia Romano starà pensando che, malgrado tutto, ne sarà valsa la pena.
Di partire, incontrare, gioire, sperare, rischiare.
Rischiare.
Sono sicura che, più o meno orgogliosamente, sarà fiera della sua scelta e non avrà nulla di cui pentirsi e nulla da rimpiangere. E chissà, forse anche questo rapimento farà parte di tutto quel tumulto di emozioni e di esperienze che si sono costruite piano piano, nel suo personale e ricchissimo "senso di viaggio".



Nessun commento:

Posta un commento