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domenica 26 agosto 2018

SENSI di VIAGGIO II: Arrivo ad Amman

Taxi, t-a-x-i, T-A-X-Y!
Il mio arrivo ad Amman è un po' traumatico: sono le 2 di notte (o del mattino?) e mi sento in una bolla. Sull'aereo Atene-Amman mi sono addormentata come il 90% dei passeggeri e anche se l'atterraggio è stato soffice e dolce, il risveglio è traumatico - forse che, dopo anni di Ryanair, lo shock sia stato proprio dato da un atterraggio così silenzioso?
Devo ancora recuperare le valigie - sì perché, a proposito di Ryanair, ad Atene mi hanno imbarcato anche il bagaglio a mano: il volo era pieno.
Ma prima devo fare il visto: una proforma, eppure l'agente di polizia che ti registra - si, registra: nome, cognome, passaporto, indirizzo di residenza in Giordania - non è esattamente la prima persona con cui vorresti avere a che fare in un nuovo paese.
La parte più difficile, però, è lo scanner dell'iride (almeno, questo penso che fosse dato che non riuscivo nemmeno a tenere gli occhi aperti).
Timbro, francobollo and Welcome to the Hashemite Kingdom of Jordan.

 Taxi, t-a-x-i, T-A-X-Y! è la sequenza di suoni che mi catapulta nella realtà.
I driver che si accalcano per strappare una corsa fino in città fanno scoppiare la bolla in cui la stanchezza mi chiude. 
Sento come un BOOM interiore: sono arrivata, finalmente.
Il mio driver mi individua e si fa avanti per sottrarmi alla mischia dei suoi colleghi.
Fuori dall'aeroporto l'aria è frizzantina, niente a che vedere con le aspettative da deserto.
Salgo sulla Toyota Corolla - basterà il secondo giorno per capire che questa è la vettura nazionale - e via.
Ora ho gli occhi giganteschi, come quelli di un gatto al buio. La terra che mi accoglie è una distesa immensa, illuminata dalla luna piena. 
Le autostrade sono enormi strade a 4 corsie, illuminate a giorno. Ai lati, ogni tot di chilometri, sventolato le bandiere della Monarchia Hashemita: sono sempre 7 o 8, in fila, nel caso non dovessi notarne solo una...
Mezz'ora, poi individuo Amman, sparsa a vista d'occhio nelle sue luci arancio che vedevo dall'aereo. 
Il sogno, forse, comincia a farsi realtà. Eppure ora sono sveglia, anzi, sveglissima.

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