Translate

martedì 28 agosto 2018

SENSI di VIAGGIO IV: tutti i nomi di Amman

L'arrivo a Jabal ElQala'a - جبل القلعه - è "stunning", come dicono gli inglesi: stupefacente. Questo è il colle più alto di Amman - 850 m s.l.m - e i miei propositi di venirci a piedi naufragano semplicemente leggendo la Lonely Planet: "la strada è in salita, all'andata sarebbe meglio prendere un taxi". Cedo.
Inerpicandoci sulla strada, la ripresa della macchina è lenta - maledetto cambio automatico! - ma la fatica del motore mi consente di guardarmi intorno e la mia vista si allunga man mano, a cercare il limitare di una città infinita: i colli si susseguono senza fine.
Ma lo spettacolo turistico è alle mie spalle e me ne accorgo solo quando, a spezzare l'atmosfera arsa dalla calura e da una luce accecante, il canto del muezzin mi invita a girarmiWadi Al Hidada - وادي الحدادة - è lo sfoggio di un nazionalismo che non teme rivali ALIAS la bandiera più alta al mondo. Impossibile non vederla: se ne sta lì dal 2003 e i colori sono così brillanti che mi convinco la cambino ogni giorno, se non fosse che è lunga 30 metri e si erge su un pilone di 126.8 metri.
I taxisti assolati in attesa dei turisti si stupiscono del mio stupore e ridono, offrendosi di farmi una foto.

             
     

L'enorme bandiera ha fatto cadere anche me, come tutti i turisti, nella morsa di un panorama mozzafiato, da cui è difficile staccarsi; ma come avevo anticipato sul tramonto del giorno passato, la mia destinazione è un'altra: la Cittadella.

Come tutte le cittadelle, è facile capire che questa è la parte più antica della città, ma ad Amman la Cittadella mi incuriosisce per un altro motivo: ha cambiato nome almeno 4 volte, nella sua pur breve storia - pare sia stata fondata nel 1800 a.C. - perchè è stata invasa e conquistata da tutti i principali popoli della Storia, insomma, da tutti quelli che compaiono nella storia scolastica ;-)
Eppure, la cosa mi fa sorridere: quante volte in questi mesi ho dovuto localizzare, a chi mi chiedeva la mia prossima destinazione, non solo Amman, ma proprio tutto lo Stato Nazione - sconosciuto ai più?


[NOIOSA PARTE STORICA PER GLI APPASSIONATI.. 😛

I nostri antenati Romani arrivarono anche qui, ovviamente, sottraendola ai Greci, che a loro volta l'avevano sottratta ai Persiani. In questo avvicendarsi di battaglie, pare assumere un senso il fatto che non fosse proprio una città destinata alla pace, datosi che nella Bibbia si scrive che Davide fece bruciare molti dei suoi abitanti in un forno per mattoni...
Il suo primo nome fu Rabbath, cambiato curiosamente in Philadelphia dai Tolomei d'Egitto e rimasto tale anche in epoca Romana.
Solo con gli Omayyadi, che furono la prima dinastia dell'Islam, si arrivò ad Amman, riprendo l'antico Ammon del regno Ammonite dell'età del ferro. Con l'istituzione della Nazione, dopo la caduta degli Ottomani, il colle è diventato solo uno tra i tanti e i resti archeologici hanno assunto il più turistico nome "Cittadella".
______________________________________________________________


Il tempio di Ercole è forse la parte meglio conservata e sicuramente la più suggestiva del sito - a riprova delle eterne opere ingegneristiche romane e della modestia del suo costruttore, Marco Aurelio. Mi avvicino, incredula e rapace, per saziare l'irrefrenabile fame-di-foto che, mi illudo, possano restituire la magnificenza del luogo. L'incuria giordana per il valore del patrimonio mi dà il via libera, dato che si può salire praticamente ovunque e ci si può sporgere, arrampicare, sdraiare, saltare sulle rovine 😆

Ma, proseguendo, ci si imbatte in un'architettura più tipica del luogo: la cupola della sala delle udienze, fatta costruire proprio dagli Omayyadi, si vede da ogni punto della città ed è posizionata quasi al limitare dal colle, tanto che ieri ho avuto l'impressione di poterla toccare da Jabal ElWeibedh.



Una famigliola si aggira tra le rovine con quattro bambini: il loro paradiso. Si arrampicano tutti e quattro sulle rovine, incuranti dei pericoli e della precarietà di quei monconi di storia.
Me li ritrovo dovunque e sono contenta di quella chiassosa compagnia che spezza il calore di un pomeriggio caldo e solitario. 
Ripercorro i miei stessi passi più volte, scatto con la macchina fotografica e poi col cellulare. Mi fermo a contemplare ancora una volta la vista sulla città.


 

Solo dopo due ore mi rendo conto che forse rischio un'insolazione e allora mi avvolgo la sciarpa - sì, la sciarpa! - in testa, a mo' di turbante.
Esco, e mi incammino verso il teatro Romano, prossima meta turistica: ma questa è un'altra storia, fatta di bambini, palloni e tramonti tra i colli...
Quando arrivo a casa, oltre al GB di foto che surriscaldano il PC, mi accorgo di averne dimenticato un pezzo: ebbene sì, io che mi sono trattenuta per più di due ore, che ho creduto di aver percorso tutti e 1700 i metri di mura, ho dimenticato di vedere la "mano di Ercole" e la "Cisterna Omayyade". Mi arrovello su dove potessero essere dato che, almeno secondo la mia impressione, non poteva esserci un cm insondato. 
Vabbè, sarà l'ennesimo motivo per ritornarci, presto.



Nessun commento:

Posta un commento