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mercoledì 24 ottobre 2018

SENSI di VIAGGIO XLIV: la Terra Promessa

Possiamo anche professarci atei, ma quando siamo in Medio Oriente è impossibile non subire il fascino del religioso che pervade ogni luogo. Sin dalle mie prime visite "turistiche" in questa nazione, ho realizzato quanta storia sia stata tracciata su questa terra: ma mi sono sentita veramente coinvolta quando ho iniziato a sentir parlare dei Romani e, soprattutto, di storie Cristiane. 
Così, tutte le ore di catechismo e di religione sono tornate alla mia mente e ho cominciato a ricostruire i tasselli di quelle storie bibliche. Mosè, Giovanni Battista e tutti gli altri personaggi che abbiamo sentito citare almeno una volta nella Bibbia mi sono sembrati subito più reali, più veri, più storici, realizzando che - secondo la tradizione! - avrebbero compiuto le loro gesta proprio qua.



Dopo la visita a Madaba abbiamo deciso di portarci fuori città, verso il Monte Nebo: avevamo bisogno di un po' di natura, di un po' di pace dalla città.



Soprattutto, eravamo tutte desiderose di vedere una vista mirabile ma, forse come punizione per una fede troppo labile, il sole era così forte e l'aria così carica di sabbia del deserto, che la Terra promessa abbiamo solo potuto immaginarla.
Mentre ci avviciniamo al monte, la pianura lascia spazio alle colline, la strada le avvolge e dalla carreggiata su cui ci troviamo cominciamo ad ammirare la vallata sottostante e quei cumuli di sabbia che scendono sempre più in basso, sempre più verso il fondo. L'altitudine comincia a calare finchè raggiungerà la depressione del Mar Morto. 
Paghiamo il biglietto ed entriamo al memoriale: anche qui, frotte di turisti. Una chiesa poggia sulla cima del colle, un vialetto alberato vi ci conduce. Ma nessuno vuole restare chiuso tra quelle file di alberi, pur tanto rigogliosi in una terra così arida: i turisti si abbarbicano sui lati del colle, a cercare la vista. 
Raggiungiamo il belvedere: da qui, l'allora 120enne Mosè, ammirò la Terra promessa dopo l'Esodo, senza poterla raggiungere:

"tu morirai sul monte sul quale stai per salire e sarai riunito ai tuoi antenati" [Deuteronomio]


Immaginiamo la Palestina, la Terra Santa, Israele al di là di quella cortina di polvere. Il monumento a Mosè che solleva il serpente dal deserto sembra fare da monito, controllando dall'alto quelle terre che oggi si contendono uno spazio troppo stretto e tanto carico di religioni. Mi piace pensare che voglia mandare un messaggio di speranza, tolleranza, condivisione a quella terra così dilaniata da un conflitto che dura da settant'anni.


Ma il sole comincia a calare e a cadere giù. E' ora di tornare ad Amman.









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