Translate

sabato 8 settembre 2018

SENSI di VIAGGIO XV: Il castello di Ajloun, Saladino e i piccioni viaggiatori

Tutti pensano che la Giordania sia solo deserto e che, in quanto tale, sia praticamente al livello del mare: questo è un errore, non solo perchè dovrete venire fin qui per poter scendere nel punto più basso del pianeta - 400 m sotto il livello del mare - ma anche perchè la stessa Amman sorge tra i 700 e i 1400 metri s.l.m. In montagna, insomma...😄
Come promesso, oggi vi racconterò della mia visita al castello di Ajloun, nel Nord della Giordania.


Questo castello è situato sui monti di Ajloun, l'omonima cittadina, più precisamente a 1250 metri s.l.m. e fu fatto costruire intorno al 1184 su ordine del più famoso curdo di tutti i tempi, Saladino - tranquilli, anche io ho scoperto da poco che Saladino era curdo!
Esso sorge su un'altura davvero speciale, sia perchè ci sono ben tre valli - Wadi, وادي - che portano ad essa, sia perchè da qui domina la rigogliosa valle del Giordano. Se le mie foto vi sembreranno restituire l'immagine di una terra arsa e brulla, state interpretando male, perchè si suppone che questa sia la parte più florida della Nazione - c'è anche una delle riserve naturali più importanti del paese..


Insomma, una vera e propria postazione strategica per difendersi dai crociati: l'apparato militare contava certamente sulle armi, sui ponti levatoi, su fossati profondi 15 metri e su ben 7 torri, ma  soprattutto su dei messaggeri speciali, i celeberrimi "piccioni viaggiatori", che portavano messaggi fino a Damasco e a Il Cairo.


Un secolo dopo, cadde in mano mongola, poi mamelucca - per farla breve, i soldati dei califfi - e infine in mano Ottomana, come è in uso nella Storia di questa regione.
La giornata è un po' nuvolosa, minaccia pioggia e in cuor mio nutro la speranza che il sole mi dia tregua, sia per una visita meno affaticata, sia per la speranza di fare qualche foto senza abbagli...
Ci addentriamo nel palazzo, che è opera di un lento ma accurato restauro almeno da quando Burckhardt, l'esploratore che scoprì Petra, decise che questo non era un castello qualunque e cominciò a scavare nelle sue radici storiche.
Gli interni sono decisamente curati, ci accorgiamo che col restauro hanno forse addirittura "calcato" un po' la mano...


Ma la vera sorpresa sono i ruderi esterni, sempre fatti di questa accecante e calorosa pietra locale, le cui cave continuano ad essere riserve preziose sui colli intorno ad Ajloun.

  


Arriviamo a una magnifica terrazza sulla valle, il cielo non è terso quindi, per oggi, il Lago di Tiberiade dobbiamo solo immaginarcelo. Eppure, si intuisce che i colli si estendono all'infinito, inframezzando la natura con centri abitati: là, nell'estremo Nord, c'è Irbid, e poi la Siria, a Est Jerash col suo encomiabile sito archeologico. Di fronte, prima del Mare di Galilea, immaginiamo il confine tumultuoso che ci separa dai Territori Palestinesi e da Israele. Non ci sembra vero che la politica possa dividere questa terra - santa, dati tutti i luoghi religiosi che ci circondano - in tanti tasselli, tracciando linee invisibili eppure così pregnanti in una distesa verdeggiante che sembra tutta figlia di una stessa madre.
Ma noi siamo in Giordania, e la bandiera nazionale sventola impavida su questo colle, forse a ricordare che da qui non si smuove e mai, nessuno, la smuoverà. 
 


Nessun commento:

Posta un commento