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venerdì 28 settembre 2018

SENSI di VIAGGIO XXXII: pic-nic nella foresta

Let's go to the forest!
Il weekend inizia così, con l'estemporanea decisione di fare un'escursione nella foresta di Jerash. 
Il mio scetticismo è solido, perché ho parlato con tre o quattro Giordani e tutti hanno risposto "abbiamo foreste, qua in Giordania?".
Mhm, molto bene: se non lo sapete voi...
Tuttavia, la Lonely planet dice che le foreste "si sono ridotte all'1% del territorio Giordano": questo può bastare a nutrire la speranza che ci stiamo dirigendo proprio verso quell'1%.
4 straniere e un giordano: si sale in macchina e si parte, finestrini abbassati, capelli al vento, autoradio al massimo e playlist internazionale da cantare a squarciagola.
I miei compagni di avventura mi chiedono se posso cantare "Bella Ciao" e quel momento poteva bastare per legittimare una frase che piace tanto agli inglesi: "I have made my day" ❤️
Ma il viaggio continua, mentre veniamo viziate da alcuni pit stop: pane appena sfornato e shinina - شنينة, una specie di yogurt bianco molto liquido e freschissimo.
Arriviamo alla Riserva Forestale di Dibeen, ci facciamo ingolosire dall'ombra e ci inoltriamo tra gli alberi: ebbene sì, alberi, mentre io pensavo che avrei trovato solo arbusti e qualche pianta rinsecchita. In realtà la foresta è pure abbastanza fitta, con una serie di specie botaniche diverse - apparentemente qua dovrebbero essere tutelati anche querce e pini di Aleppo.



Qualche lucertola scappa al suono scricchiolante dei nostri piedi sul terreno: il suolo è molto secco e pieno di pigne...
Arriviamo allo scavalcare del colle, la vista su Jerash è infinita: siamo arrivati nel momento giusto, è l'ora della ṣalāt al-ẓuhr, la preghiera di Mezzogiorno.
Il minareto della città non è molto lontano, ci sembra di poterlo toccare da quell'altura sovrastante in cui ci troviamo. Il muezzin canta e noi ci fermiamo a riposare.


Nel frattempo, la riserva comincia a riempirsi di famiglie e gruppi di amici venuti qui per un tè, un po' d'ombra e una sana tregua della città. Qualcuno anche per il pic-nic, che comincia a palesarsi come la nostra prossima priorità.
Cerchiamo una radura all'ombra e proprio come nei film, raccogliamo i "legnetti" per accendere il fuoco. Mentre ancora raccogliamo e depositiamo la legna vicino al fuoco, il nostro amico giordano è già riuscito a far divampare le fiamme, il che rende il nostro focolare molto stupido. "Nessuna persona intelligente metterebbe la legna di riserva vicino al fuoco", dice.



Il nostro pollo con peperoni e una dose imprecisata di spezie ha del meraviglioso: mi chiedo come possa apparire e (confermerò) essere così delizioso, seppur preparato con pochi ingredienti e con nessun attrezzo.
La pentola in mezzo, nessuna posata, solo il pane a fare "scarpetta" - il che in medio Oriente è ordinario e indispensabile.
Nel frattempo, il sole batte sulle nostre teste, il tempo sembra immobile e tutti e cinque vorremmo che esso si fermasse proprio in questo momento.

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