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sabato 1 settembre 2018

SENSI di VIAGGIO VIII: Gadara, crocevia del Medio Oriente

Tirano Crocevia delle Alpi, Umm Qais - ام قيس - Crocevia del Medio Oriente...


Okay, forse il paragone non regge, ma questa lingua di terra nel Nord della Giordania sembra davvero meritarsi questo nome. Certo, per fare una croce servirebbe che a incontrarsi fossero almeno 4 paesi, ma la geopolitica del turbolente Medio Oriente ci impone, al momento, di accontentarci di loro 3:
Giordania, Siria e Israele sembrano non essere mai stati così vicini.


Dalla cittadina di Umm Qais, posta su un colle che a me ricorda la forma di un cuore, risalgo a piedi sul colle successivo, dove giace l'area archeologica di Gadara. 
I miei occhi sono un po' assuefatti da tutte queste colline ininterrotte, rocciose, brulle e desertiche che si ripropongono per chilometri. Il viaggio da Amman è stato davvero lungo - per il solito motivo che 59 km li devi fare in due ore - e non sono così ottimista che le aspettative vengano ripagate: il mio cervello ha imparato che dietro a un colle può solo esserci... un altro colle.
Nel punto più alto c'è una moschea e tutt'intorno le rovine di un villaggio ottomano abbandonato che si è sovrapposto alle rovine romane: la vista è impedita da scuri blocchi di basalto che sembrano assorbire tutto il calore della giornata. Ci sono 35°, è mezzogiorno e, anche questa volta, non c'è nessun altro visitatore. 
Mi faccio guidare da quel che resta delle viuzze del paese anche perchè, qui in Giordania, è praticamente impossibile ottenere una brochure o una cartina del posto che stai visitando...
E' così che, al limitare di un muro diroccato su cui svetta l'ennesima bandiera giordana, la vista si apre e non c'è nulla a interromperla.


Davanti a noi ci sono le tanto contese alture del Golan, oggi Israele. Il monte Hermon è lontano, ma puoi immaginarne la forma nell'infinito Ovest. 
Dietro l'altipiano, il Lago di Tiberiade che qualcuno chiama, forse con un po' troppo di magnificenza,  Mare di Galilea. Il cielo è terso, mi dicono che sono fortunata: spesso c'è troppa foschia e il lago non si vede.
Nella valle a U che ci separa dal Golan, scorre il fiume Yarmouk, anche questo famoso per una battaglia.
È bello scoprire che, dietro all'ennesimo colle non c'è solo un altro colle, ma tutto questo panorama.
L'infinito susseguirsi di colline sembra assumere un senso in questa landa di terra dove, tra guerre e scontri, le persone sembrano ancora dover definire i loro spazi, nello spazio privato della loro resistenza.
Si dice che questo colle sia meta di pellegrinaggio per i Palestinesi che hanno dovuto lasciare la loro terra e che da qui possono ammirarla fino a farsi accarezzare dalla brezza che risale da Sud.















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