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sabato 22 settembre 2018

SENSI di VIAGGIO XXVII: gelato arabo VS gelato italiano

Come al solito, quando manco un post, è perché sto mangiando qualcosa di buono. E anche ieri sera si è trattato di un dolce:, la "Booza" alias "il gelato arabo".
Siccome mi piace infierire sul cibo altrui e siccome il mio patriottismo sta cercando di resistere nonostante le pessime notizie che arrivano dall'Italia, sono stata punita.
Boriosa e supponente, alla proposta di andare a mangiare un gelato arabo, ho subito detto ai miei amici giordano-palestinesi che dovevano stare mooolto attenti perché, insomma, sfidare il gelato italiano non è saggio.
Ingaggiata la sfida, mi ritrovo da Bekdash e capisco subito di aver perso: c'è una fila immensa e solo famiglie locali - chiaro indice che sono stata portata in uno dei posti più buoni di Amman.
Il gelato è inizialmente una sfida: è elastico e resistente, direi "gommoso", niente a che vedere con la soffice consistenza che ci aspettiamo dal gelato italiano.
Rischio - ovviamente - di farlo cadere e di catapultare la vaschetta sul soffitto come nella peggiore Candid Camera.
Ma quando capisco come affrontarlo, sprofondo nella bontà e nella vergogna. Questo dolce è latte e zucchero, corredato da pistacchi - non esistono gusti alternativi. Ma il vero segreto è il mastic, una resina profumatissima importata dalla Siria che, a quanto pare, è abbastanza proibitiva.
Mi arrendo, soprattutto quando mi accorgo di essere stata la prima a finirlo.
Se è vero che gelato italiano e gelato arabo sono due cose diverse, non sono più tanto sicura che il nostro sia imbattibile.
Vi auguro di provarlo se verrete in Medio Oriente ;-) e fatemi sapere cosa ne pensate! 

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