Translate

venerdì 14 settembre 2018

SENSI di VIAGGIO XXI: se il Mar Morto non è un mare...

Il Mar Morto presenta un sacco di curiose caratteristiche: non è un mare, è morto (fin da quando è nato 😃) ed è il punto più profondo sulla Terra. Ma anche: non ha emissari, è composto da due "laghi" e la sua profondità varia tra i 2 (!!!) e i 300 metri.
Insomma, sicuramente una serie di curiose caratteristiche che rendono l'incontro con questa strana creazione della Natura alquanto interessante. 


Partiamo dalla prima: il mar Morto in realtà è un lago, e di questi ti accorgi immediatamente, soprattutto se arrivi da Amman e pian piano la "campagna" lascia spazio a ben più aride colline e poi a questo specchio di acqua blu audace. E' ben evidente che sia un lago, contenuto tra le montagne di un deserto roccioso che scende sempre più in profondità, fino, appunto, al punto più basso della terra: 415 metri sotto il livello dei mari, quelli veri 😏
Se non fosse così protetto da queste alture, verrebbe - ovviamente - invaso dall'acqua.
Allora, com'è che si è guadagnato questo nome? Beh, per compensare il fatto di non essere un mare, la sua acqua ha la seconda salinità più concentrata del pianeta - superata solo dal Lago di Assal, in Gibuti. Pertanto, è considerato comunemente un mare.
Tra i numerosi appellativi che gli sono stati attribuiti nel corso della Storia - Mare Puzzolente, Mare di Pece - "Morto" è sicuramente quello più azzeccato, dato che la concentrazione salina permette la vita solo di alcuni batteri e, come scherzosamente afferma la Lonely, "gli unici esseri viventi che vedrete nel Mar Morto sono i turisti che galleggiano pigramente sull'acqua".
In effetti, sembra che sia indetto un premio Nobel per chi riesce ad annegare nel Mar Morto...
Ed è così salato perchè essendo tanto "vicino" al centro della Terra, evapora molto velocemente e gli immissari non riescono a compensare l'evaporazione dell'acqua: pensate se avesse anche degli emissari!
La cosa più curiosa, però, è che mentre guidavamo verso il Mar Morto, Google Maps ci ha ricordato che pure l'acqua è al centro della contesa mediorientale: sì, in mezzo è stata tracciata una linea che separa Giordania e Israele!
Ci è sorto spontaneo chiederci: come faranno, i due paesi, a dividersi fanghi, sali e tutte le altre ricchezze esportabili prodotte da questo Mare?

                                                  

Percorriamo i 28 tornanti che portano al fondo, fino a costeggiare il mare: la strada è molto in discesa, ci snodiamo tra le colline e più si scende, più il caldo si fa soffocante e più la pressione sembra premere sopra le nostre teste.
Le bottigliette dell'acqua si deformano e sembrano chiedere anche loro pietà per la stranezza di questo luogo. Sembra di stare dentro a una bolla, intorno tutto è bianco e la terra riflette la luce che sembra concentrare le sue ultime energie per raggiungere quei 400 metri più a fondo.
Ad ogni tornante il famoso mare si avvicina e anche le terre al di là del confine sembrano a un tiro di schioppo - e forse lo sono, secondo l'umorismo locale, non so se s'intende...
Se vuoi cercare una via di fuga, le uniche "escape rooms" sono delle rampe ai lati della strada che dovrebbero permetterti di salvarti nel caso in cui i tuoi freni collassino.


Quando raggiungiamo il fondo, la calma è inquietante. La prima cosa di cui mi rendo conto è che davanti a noi non ci sono più colline! E' la prima volta che succede in queste settimane.
Tutto sembra così fermo, così calmo, così fuori dal tempo e dallo spazio.
"Tiriamo" un respiro, forse per ambientarci in questa nuova meta raggiunta... 
Ma la nostra destinazione odierna è un'altra: il terrificante - almeno per me - Wadi Mujib.
Ma di questo vi parlerò domani, sempre che mi sarò ripresa dallo shock ;-)
Forse era meglio se provavo a galleggiare nel Mar Morto

Nessun commento:

Posta un commento